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COLLEGIATA SANTA MARIA DELLA VALLE

COLLEGIATA SANTA MARIA DELLA VALLE

Chissà cosa si dissero Antonella D’Aquino, ultima erede della nobile casata di san Tommaso, e il marchese di Pescara, suo sposo, quando decisero che proprio lì, a Monte San Giovanni Campano, sui resti della chiesa più antica, sarebbe sorta Santa Maria della Valle.

Era il XVI secolo e quella in costruzione era destinata a diventare la chiesa più importante del paese. Un lavoro enorme, ripreso dal cardinale Innico D’Avalos, zio della coppia. Il pontefice all’epoca era Clemente XIV e Santa Maria della Valle, per suo volere, fu eretta ad insigne collegiata.

Chissà cosa si dissero Antonella D’Aquino, ultima erede della nobile casata di san Tommaso, e il marchese di Pescara, suo sposo, quando decisero che proprio lì, a Monte San Giovanni Campano, sui resti della chiesa più antica, sarebbe sorta Santa Maria della Valle.

Era il XVI secolo e quella in costruzione era destinata a diventare la chiesa più importante del paese. Un lavoro enorme, ripreso dal cardinale Innico D’Avalos, zio della coppia. Il pontefice all’epoca era Clemente XIV e Santa Maria della Valle, per suo volere, fu eretta ad insigne collegiata.

Il varco per i fedeli è una porta di bronzo. Imponente, bellissima.

Nel 1974 fu realizzata dallo scultore anagnino Tommaso Gismondi e sembra quasi di vederlo, chino sul portone, mentre intarsia la devozione per i santi patroni della città e per la Madonna del Suffragio, venerata dai fedeli e la cui statua fu donata alla città da papa Urbano VIII. Raccontano che ad accoglierla, nel XVII secolo, ci fossero oltre quindicimila persone, con quattrocento bambini vestiti da angeli. Da allora quella Madonna è a protezione della città e di chi la abita.

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

Il varco per i fedeli è una porta di bronzo. Imponente, bellissima.

Nel 1974 fu realizzata dallo scultore anagnino Tommaso Gismondi e sembra quasi di vederlo, chino sul portone, mentre intarsia la devozione per i santi patroni della città e per la Madonna del Suffragio, venerata dai fedeli e la cui statua fu donata alla città da papa Urbano VIII. Raccontano che ad accoglierla, nel XVII secolo, ci fossero oltre quindicimila persone, con quattrocento bambini vestiti da angeli. Da allora quella Madonna è a protezione della città e di chi la abita.

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

ARTE E SPIRITUALITÀ 

La grande navata, a croce latina, colpisce come gli otto altari e il coro di legno perfettamente intarsiato. A realizzarlo fu il falegname tedesco Paolo Vaser, un maestro del legno.

Una chiesa in continua trasformazione, tanto che nel 1862 Vespignani la rese più preziosa con un altare maggiore dove marmi pregiati arrivarono direttamente dalla basilica di San Paolo a Roma. È nel tempietto barocco, nella tribuna della chiesa, che riposa la Madonna del Suffragio. Sull’altare, invece, i fedeli pregano e ammirano una tela ad olio del XVII secolo. È la Vergine con il Bambino, con san Giuseppe e san Francesco d’Assisi, del Cavalier d’Arpino.

In un’altra epoca, nel 1957, Manlio Sarra dipinse il Battesimo di Gesù, collocato nella cappella del battistero. È quasi un museo Santa Maria della Valle, con altri dipinti dell’Ottocento che raccontano del Padre Eterno, di san Giovanni Battista, san Giovanni Evangelista, san Tommaso D’Aquino e san Camillo De Lellis. E ancora, nella cappella del Sacramento, san Pietro Apostolo e santa Apollonia, del pittore napoletano Filippo Balbi.

La grande navata, a croce latina, colpisce come gli otto altari e il coro di legno perfettamente intarsiato. A realizzarlo fu il falegname tedesco Paolo Vaser, un maestro del legno.

Una chiesa in continua trasformazione, tanto che nel 1862 Vespignani la rese più preziosa con un altare maggiore dove marmi pregiati arrivarono direttamente dalla basilica di San Paolo a Roma. È nel tempietto barocco, nella tribuna della chiesa, che riposa la Madonna del Suffragio. Sull’altare, invece, i fedeli pregano e ammirano una tela ad olio del XVII secolo. È la Vergine con il Bambino, con san Giuseppe e san Francesco d’Assisi, del Cavalier d’Arpino.

In un’altra epoca, nel 1957, Manlio Sarra dipinse il Battesimo di Gesù, collocato nella cappella del battistero. È quasi un museo Santa Maria della Valle, con altri dipinti dell’Ottocento che raccontano del Padre Eterno, di san Giovanni Battista, san Giovanni Evangelista, san Tommaso D’Aquino e san Camillo De Lellis. E ancora, nella cappella del Sacramento, san Pietro Apostolo e santa Apollonia, del pittore napoletano Filippo Balbi.

Se lo sguardo si rivolge alla volta della navata, restano tre episodi dell’Antico Testamento: Roveto ardente, Ester davanti Assiero ed Elia si reca in riva al mare.

Accanto alla Madonna del Suffragio sono da ammirare la Vergine che purifica le anime nel Purgatorio, san Tommaso d’Aquino, la Sacra Famiglia davanti al Tempio, la Pietà, l’Arcangelo Raffaele che tiene per mano Tobia, San Francesco d’Assisi che si rivolge al Cielo per implorarne protezione e San Giovanni Battista nel deserto.

Se lo sguardo si rivolge alla volta della navata, restano tre episodi dell’Antico Testamento: Roveto ardente, Ester davanti Assiero ed Elia si reca in riva al mare.

Accanto alla Madonna del Suffragio sono da ammirare la Vergine che purifica le anime nel Purgatorio, san Tommaso d’Aquino, la Sacra Famiglia davanti al Tempio, la Pietà, l’Arcangelo Raffaele che tiene per mano Tobia, San Francesco d’Assisi che si rivolge al Cielo per implorarne protezione e San Giovanni Battista nel deserto.